Domani è un giorno molto importante: comincia la #SerieA. Come di consueto, ad aprire la stagione è la squadra campione in carica, il nostro #Napoli, che, per i meriti sportivi maturati in un anno meraviglioso, ha ottenuto la possibilità di fregiarsi di quel triangolino tanto desiderato qui all’ombra del Vesuvio.
Ma, esattamente, quando nasce l’usanza di questa patch onorifica, tanto radicata nell’immaginario collettivo da rappresentare quasi il trofeo stesso che si assegna al vincitore del campionato?
In particolare, per citare ancora una volta @chiaralessi (scrivo perché sono in “astinenza” dal suo podcast, che vi invito ad ascoltare su @ilpost), cosa c’entra lo Scudetto con l’occupazione di Fiume e con Viareggio?
Durante l’impresa militare nell’attuale terra croata, Gabriele D’Annunzio, appassionato del gioco del calcio, decise di organizzare all’inizio del 1920 una partita amichevole tra i militari coinvolti nella spedizione militare e una sorta di rappresentativa formata da civili della città occupata.
Per distinguere le due squadre, il famigerato estro creativo del poeta lo portò a escogitare uno stratagemma, consapevole del suo significato politico: uno scudo gotico (o francese moderno, erroneamente detto “sannitico” negli articoli in cui si parla della storia dello Scudetto), al cui interno era raffigurata la bandiera del Regno d’Italia, ossia il tricolore unito allo stemma della casa Savoia.
Questo esperimento, forse per eterogenesi dei fini, perché fu ideato per una circostanza ben circostritta, piacque talmente tanto alla #FIGC che nel 1924 decise che questo “piccolo scudo” fosse destinato a identificare la squadra vincitrice della Prima Divisione nel campionato successivo.
L’obiettivo della Federazione era di farne un simbolo dell’unità nazionale, in un campionato che allora si fondava su una netta divisione (e sperequazione) tra Nord e Sud del Paese: in linea con la scelta di fregiare la squadra campione con lo Scudetto, si arrivò poi alla famosa “Carta di Viareggio” (dal nome della città in cui fu stipulata questa delibera decisiva per la storia del calcio italiano), che prevedeva il superamento dei due gironi e la nascita del girone unico, a partire dalla stagione 1926-1927, la Divisione Nazionale Serie A.
Da allora è cambiato poco graficamente, ma continua a significare la stessa cosa: chi lo porta gonfia il petto dell’orgoglio della vittoria, consapevole, come sicuramente sarà il Napoli di #Garcia, di lottare fino all’ultima goccia di sudore per far sì che resti ancora a fregiare l’azzurro del mare e del cielo di Napoli.
Solo chi agogna tanto ardentemente e tanto a lungo qualcosa sa quanto sia importante, per la fatica che ha impegnato a conquistarla, e non sarà facile venircelo a togliere.
Dovrete venire qui e batterci. Sul campo.