La sensazione che si prova quando ci si sente abbandonati o meglio, soli, con il passare dei giorni, diventa logorante.
Diventi sempre più paranoico, continui a farti domande come: “perché a me? Non è che forse sono io? Ma vuoi vedere che” e così via.
Inizi ad essere schivo e forse a dubitare delle tue qualità.
Forse è proprio questo che stagna nella mente dell’ultimo MVP della serie A, Khvicha Kvaratskhelia.
Il georgiano, arrivato in sordina e con qualche battuta sulla difficoltà a pronunciare nome e cognome ha incantato l’Italia ed il resto del mondo. Goal di testa, destro, sinistro, eleganza da giocatore vero, il tutto condito con prestazioni da autentico trascinatore. E tutto questo a soli 22 anni.
Già, 22 anni. Perché ricordiamolo, alla prima vera esperienza in Europa ed in Champions league, Kvara è riuscito in tutto quello che si era prefissato. Ha preso il Napoli insieme ai suoi amici Osimhen, Lobotka, Di Lorenzo e Kim (quanto mi manchi coreano mio) e ci ha portato sul tetto d’Italia e ad essere la favola della Champions league per la prima volta nella nostra storia. Come in tutte le situazioni, c’è sempre un però.
Kvara da ormai un po’ di mesi, sembra essersi smarrito. Non è più incisivo come ci ha abituati, non sorride più. Ha sempre un po’ una sorta di malessere che lo accompagna in ogni giocata facendolo sembrare più pesante di quello che è, più prevedibile e questo non riuscire in quello che vorrebbe lo sta rendendo sempre più cupo.
L’addio di Spalletti, colui che lo ha forgiato e reso il giocatore di oggi, sicuramente ha e sta influendo sull’attuale stato di forma del georgiano. Luciano usando un po’ il bastone ed un po’ la carota lo ha reso l’incubo delle difese avversarie e appetibile per tutti i grani club del mondo.
In questo momento, Khvicha non ha bisogno di essere sgridato. Non ha bisogno di essere insultato. Ha solo bisogno di noi. Perché ricordiamolo, Kvara sarà per sempre uno dei protagonisti del nostro terzo scudetto e ha scritto il suo nome in ogni angolo del nostro cuore. Oggi Kvara ha bisogno di un sorriso e di un abbraccio sincero. Ha bisogno di sentire il calore che contraddistingue il popolo napoletano ancora più forte. Ricordiamolo sempre perché parte fondamentale di questa storia: è solo un ragazzo di 22 anni.
Probabilmente sarà l’icona della Georgia, la sua nazione, per anni. Un ragazzo che ha preso la sua valigia ed è venuto sul golfo di Napoli per provare a diventare davvero grande. E noi dobbiamo essere il suo scudo, il suo porto sicuro, la sua casa fino a quando vestirà la bellissima maglia azzurra che tanto amiamo. Perché ci vuole poco ad innamorarsi ma è continuare ad essere innamorati ogni giorno sempre di più che risulta difficile alle persone. Ma i napoletani non hanno problemi a dare tutto per i loro beniamini. E Khvicha merita tutto l’amore e l’affetto che solo chi vive il Napoli come un sentimento vero può dare.
Possiamo fare la differenza. Possiamo essere lo spiraglio di luce in fondo al tunnel in cui Kvara purtroppo è finito e sta facendo difficoltà ad uscirne.
Non sprechiamo questa occasione.
Abbiamo dato amore a chi ci ha tradito e deriso ed esultato in faccia.
Ora più che mai tocca stringersi ancora di più per il bene della squadra e soprattutto, per far si che quella stella partita dalla Georgia è caduta su Napoli torni a splendere più brillante che mai.