Amare è il sentimento più nobile ma allo stesso tempo più difficile da dimostrare.
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, volente o nolente, non è stato abbastanza per qualcuno e questo ha portato a far soffrire sia la persona interessata che se stessi.
In questi casi le soluzioni possono essere due:
- rimediare ai propri errori e diventare una persona migliore;
- rimanere apatici ad ogni singola dimostrazione d’affetto e vivere in solitudine per il resto dei propri giorni diventando tu stesso una persona priva di rispetto dei sentimenti altrui.
In questo momento, Aurelio De Laurentiis ha optato per la seconda opzione.
Si perché l’attuale presidente del Napoli è sempre più solo. Sempre più in difficoltà come mai prima in 19 anni di presidenza.
Con la vittoria dello scudetto il Napoli avrebbe dovuto aprire un ciclo che a detta della società sarebbe stato un ciclo vincente.
Il tifoso azzurro, quello serio e razionale, guardando al futuro si pose delle domande, non accontentandosi di una semplice ed effimera patch sul petto.
Il vero amante della maglia azzurra, si districava tra i festeggiamenti inebrianti ed il fumo negli occhi e cercava di comprendere dove migliorarsi, dove continuare a crescere.
Queste perplessità, questa estate, potevano essere tranquillamente placate dal presidente del Napoli.
Ma forse, per la prima volta nella sua vita, da infallibile seduttore, Aurelio è stato abbandonato sull’altare.
L’addio di Giuntoli e Spalletti non erano assolutamente programmati nella testa dell’imprenditore romano. E così, De Laurentiis si ritrova con una medaglia al collo senza poterla luccicare, senza poterla baciare, senza poterla condividere con chi, al suo fianco, ha permesso ad un sogno di diventare la realtà più bella degli ultimi 30 anni.
Ma perché si è arrivati a consumare questo addio? Ambizioni?
Avranno sicuramente influito.
Ma quando non si riconoscono le abilità del proprio partner, non si tessono lodi ma si fanno notare solo i difetti, la probabilità che la persona criticata inizi a guardarsi intorno per trovare chi, a braccia aperte, vuole valorizzare le sue qualità.
Ed è quello che è successo a Castelvolturno.
L’incapacità di riconoscere le abilità del proprio staff, facendo passare sempre tutto come una propria intuizione ha portato a logorare rapporti vitali che hanno prodotto la situazione attuale in cui riversa il Napoli.
Garcia e Meluso sono l’evidente dimostrazione che la frase “chiodo schiaccia chiodo” è la più gande bugia che si possa dire e pensare.
Sapete perché? Perché amare, non è un qualcosa che provi mentalmente o un sentimento di pancia ma di cuore e Napoli sa cosa significa amare, più di ogni altra città esistente al mondo.
Aurelio De Laurentiis sta dimostrando con tutte le sue forze che la sua presunzione ed il suo ego valgono molto più di milioni di cuori (e portafogli) che battono per quello stemma azzurro.
Ora è il momento di rifugiarci in braccia sicure, le più certe che ci siano rappresentate dalla maglia azzurra. Quella maglia nessuno potrà mai togliercela, nessuno potrà mai compiere l’insano gesto di separarci da questo amore sincero e puro.
Dobbiamo farlo perché ad oggi, se ci aggrappiamo alle ultime vicissitudini, non solo il nostro viso si incupisce ma non avremmo la forza di guardarci allo specchio dal dolore che stiamo provando.
Perché chi ama davvero, da queste situazioni, sa come uscirne e noi riusciremo a farlo.
Con o senza l’amore di Aurelio De Laurentiis.
