A ciascuno il suo. Che cosa ho imparato dai tempi di Garcia

Nella vita non si può (e non si deve) saper fare tutto: viviamo, infatti, nell’epoca della specializzazione, della settorializzazione del sapere, com’è evidente a chiunque si guardi attorno nel suo ambito, che sia scolastico, universitario o lavorativo. Non è esclusa la possibilità dell’esistenza dei “talenti multipli”, quelle persone che dirigono con successo la propria attenzione a più rami del sapere, specialmente nel campo dell’Arte, quasi novelli re Mida senza effetti collaterali.

Nel calcio, anche no, per favore. Forse era vincente nel calcio d’antico regime dei Presidentissimi dell’Italia tra Pertini e Scalfaro, ma non di certo in quello dei fondi, dei diritti TV e delle società diventate grandi multinazionali.

L’Illuminismo, nelle sue diramazioni filosofiche e più specificamente politologiche, sancì il principio della separazione tra i poteri di uno Stato: la distinizione teorizzata dal barone di Montesquieu aveva come scopo evitare la prevaricazione del potere politico su quello giudiziario, ma ciò non esclude che si mirasse anche a una maggiore efficienza, dovuta alla specializzazione per competenza. Sapete, del resto, quale modello l’Illuminismo si proponeva di ribaltare, no? La società d’Ancien Regime, il cui portato ideologico si può riassumere nella celeberrima frase attribuita al re di Francia Luigi XIV: “L’État, c’est moi”.

Perché tutto questo papiello? I più acuti, che avranno avuto il coraggio e la forza d’animo di arrivare a leggere fin qui già avranno capito. Per gli altri, colpa mia: provo a spiegarmi. Due punti e a capo.

Anche nel calcio moderno vige implicitamente il principio di separazione dei poteri: direzione societaria, direzione sportiva e direzione tecnica. Dal 5 giugno, però, in varie fasi che chi legge già conosce, questi poteri sono stati assorbiti in un’unica figura, quella del Presidente Aurelio De Laurentiis, i cui meriti sono indubitabili fino al 4 giugno, forse proprio per aver occupato in modo impeccabile (lo dicono i risultati, non la simpatia o, ancor peggio, la partigianeria ideologica) il suo ruolo dirigenziale e per aver affidato la parte sportiva e quella tecnica a due professionisti di alto profilo: professionisti capaci, inoltre, di porre argine alle sue ingerenze del Presidente, per le quali non gli va di certo buttata la croce addosso, perché hanno anch’esse contribuito a portarci sul Monte Bianco dell’italico pallone.

Rotti gli argini, il fiume è esondato e, passata la tempesta, non si odono “gli augelli far festa”, come nella celebre canto leopardiano, ma si contano i danni in una “Waste Land”, come quella di T. S. Eliot.

Come si impara in quarta elementare, le esondazioni del Nilo, però, rendevano fertile la terra circostante con il limo, per cui cerchiamo di trarre insegnamento, che condenserei, dopo tante parole, in questa locuzione:

A ciascuno il suo.

Non è rivolto solo a De Laurentiis, a cui mi auguro che riesca l’opera più difficile di questi quasi vent’anni di presidenza: fare, cioè, l’opera di kintsugi, l’arte giapponese di riparare con la lacca e la polvere d’oro le tazze rotte, con tutte le implicazioni simboliche di quest’atto, che non devo certo spiegare al gentile lettore.

È rivolto, infatti, anche al mostro sbattuto in prima pagina suo malgrado, Rudi Garcia. Forse è stato come Icaro: è voluto volare troppo vicino ql Sole, fiducioso eccessivamente delle sue capacità. Forse non è stato in grado per motivi di know how (mancanza di aggiornamento) e per motivi caratteriali (superbia da “Non conosco il passato”) di guidare quest’automobile da corsa, fatta rendere come una station wagon piena dei bagagli di una famiglia pronta alla villeggiatura estiva in Calabria. Forse sarebbe stato meglio per lui (e per noi) se si fosse confrontato con una realtà più alla sua portata, più piccola, meno da Campioni.

Per aspera ad astra, amiche e amici.

Forse è il momento di passare dalla dinastia dei Borbone di Francia-Spagna a quella dei Tudor, non d’Inghilterra, ma di Croazia. Anche se il pensiero di un (vis)Conte (non dimezzato, per carità) continua a stuzzicare le mie disperate illusioni.

Una sola cosa è certa, in questo guado d’incertezze:

Il Napoli è forte e vincerà.

Buona settimana a chi ama il Napoli.

#MEMENAPOLIPRODUCTION

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MemeNapoli (Social Talk Tv) è il collettivo di tifosi del Calcio Napoli ed appassionati di calcio, nato nell’estate del 2022 da un’idea di (in ordine sparso) Matteo Sorrentino, Vittorio La Sala, Matteo Biccari e Vincenzo Salerno che, con l’ingresso in corso d’opera nel “Direttorio del Collettivo” di Enrico Nappi, utilizzando la piattaforma Twitter, oggi X, ha iniziato ad aggregare amici e tifosi del Napoli.…

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