Molti di noi, cresciuti nel mito della Disney, conoscono la favola di Pinocchio. Come tutte le favole finiscono sempre con una morale, un insegnamento per i più piccoli e servono anche notoriamente da monito per i più grandi.
Uno degli insegnamenti che la favola del burattino insegna è quella di non dire le bugie. A pinocchio ogni qualvolta pronunciasse qualcosa di non veritiero, il naso continuava a crescere fino a diventare ingombrante. Il protagonista della favola, dopo molte pericoli vissuti e scampati, capisce la lezione e finalmente può vivere come ha sempre desiderato.
Oggi il mondo è pieno di bugiardi. In ogni ambito della vita di un uomo. Applicandola alla cosa più importante delle cose meno importanti, la tifoseria azzurra punta il dito contro il proprio presidente, Aurelio De Laurentiis. Dopo lo storico ed eroico scudetto, il credito accumulato dal presidente del Napoli sembra essere finito nei confronti di buona parte della tifoseria. Sono bastati solo pochi mesi? Davvero il tifoso del Napoli è così poco paziente?
LE BASI DELLE BUGIE, LA “SCUGNIZZERIA”
22 agosto 2011. Più di 12 anni fa. Il presidente azzurro rilascia una dichiarazione riguardante la linfa del calcio, il settore giovanile. Perché linfa? Basta guardare squadre come Borussia Dortmund, Benfica, Porto e così via per capire quanto un settore giovanile sia di importanza estrema per mettere le basi ad una società che vuole diventare vincente. ADL dice che vuole un settore giovanile come quello del Barcellona, la così detta “cantera” blaugrana che ogni anno sforna giocatori che girano il mondo insegnando calcio ovunque. 30 novembre 2023. Ad un passo dal 2024 il Napoli prima squadra ha lo scudetto cucito sul petto mentre la “scugnizzeria”, ovvero ribadiamolo, colei che dovrebbe sfornare giocatori di prospettiva, è retrocessa in serie B. La Fiorentina, del presidente Rocco Commisso, non ci ha messo 4483 giorni per creare uno dei centri sportivi più belli e funzionali d’Europa. Dove sta la verità? Ognuno di noi la conosce. Non finisce qui.
LA QUERELLE STADIO
Forse la più grande bugia mai raccontata dal presidente. Dal 2004 ad oggi, sono passati quasi 20 anni. 20 anni di presidenza che sono culminati con uno scudetto che sembrava sancire una “tregua” tra la tifoseria ed il proprietario del club. Ma la questione stadio è diventata quasi logorante, asfissiante e noiosa da sentire. Sono fresche le dichiarazioni del patron del Napoli nel pre gara di Real Madrid-Napoli, dove per l’ennesima volta vengono accusate le istituzioni e chi per loro, con la minaccia di costruire lo stadio lontano dalla città. Non si sono fatte attendere le risposte del comune ed assessori che accusano il presidente azzurro di non aver mai fatto una proposta per una concessione del “Maradona”. La verità qui dove sta? Nel mezzo. La questione stadi riguarda tutta l’Italia, Milan, Inter, Roma e Lazio sono solo alcune delle società che non riescono a divincolarsi dai cavilli burocratici per creare finalmente il loro stadio. Ma da che mondo è mondo se vuoi una cosa, devi compiere un gesto: aprire il portafoglio. Quando vuoi il telefono di ultima generazione, preghi il commesso o la compagnia telefonica affinché tu possa usufruire di uno sconto? O paghi o la porta è quella dietro la tua schiena. È la vita. De Laurentiis da imprenditore qual’è dovrebbe capire prima di tutti che se vuole uno stadio di proprietà, deve andare incontro o alle richieste nazionali e comunali o individuare una zona, comprarla e creare il “gioiello” tanto promesso da 19 anni. Rilasciare dichiarazioni accusatorie e diffamanti non porta a nulla e soprattutto, se si pensa di aggirare il tifoso partenopeo, la strada è completamente sbagliata. Napoli ad oggi, è una polveriera sportivamente parlando. Una squadra dove gli eroi sembrano accusare questi 7 mesi di tirannia in panchina…una continua lotta tra la tifoseria che si accusano a vicenda di non volere il bene del club. Solo un uomo potrebbe risolvere il tutto e purtroppo si, porta il nome e cognome di Aurelio De Laurentiis. Lo scudetto è arrivato in religioso silenzio e forse, sarebbe meglio continuare ad agire senza proferire parola, senza trovare per forza uno o più colpevoli delle disgrazie perché c’è un detto molto attuale che recita: “chi è causa del suo mal, pianga se stesso” e ADL lo sa chi è il vero artefice di questa guerriglia. Pinocchio capì che nella vita bisognava essere sinceri ed onesti per ottenere il massimo dalla vita. Il massimo raggiungibile, non l’impossibile. Aurelio De Laurentiis che nella vita ha fatto cinema ed ha ottenuto numerose soddisfazioni, forse non ha ancora capito che nel calcio, fare proclami con il megafono e non rispettarli non è uno “stop” cinematografico e poi si ricomincia. È arrivato il momento di alzarsi dalla sedia, posare il megafono e agire. Operare. Azionarsi verso quello che vuole ottenere. Ma la vera domanda che dobbiamo porci è: cosa vuole ottenere? Ai posteri l’ardua sentenza che però, ognuno di noi conosce. Con la speranza che come il buon Pinocchio, De Laurentiis capisca i suoi errori, l’unica cosa che il tifoso del Napoli può fare è sperare e continuare a tifare. Più forte. Più uniti. Ma se è vero il detto che il pesce puzza sempre dalla testa, essere uniti è sempre più difficile ma al contrario del presidente, abbiamo il dovere di farlo.
Luca De Michele