Nel corso della vita, volente o nolente, veniamo invitati ai matrimoni. Ultimamente il così detto “dress code” diventa sempre più originale e meno bizzarro quindi immaginiamoci che ci viene richiesto di vestirci con un bel vestito bianco, candido, possibilmente uno smoking. Trovato il vestito, lo compriamo e ci sta divinamente addosso, sembra essere cucito ad hoc per il nostro corpo, per le nostre forme. Purtroppo però, durante la fase di vestizione, ci macchiamo. la macchia a noi sembra piccola, quasi insignificante e quindi decidiamo che va bene così, non fa niente e si parte per la cerimonia. Arrivati li, pensiamo di fare un gran bel figurone ma gli occhi degli ospiti vanno solo verso un unica direzione: la macchia sul vestito. Non importa quanto belli siamo, quanto fascino emaniamo, rimane solo la macchia a rovinare tutto. In termini calcistici, il Napoli è riuscito a rovinare il vestito bellissimo, il più bello di sempre, quello da campione d’Italia senza l’aiuto del divino Diego con una macchia che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più grande, quasi fastidiosa al contatto non solo visivo ma con la pelle stessa. Ed indovinate un po’, chi ci ha versato dell’olio di PROPOSITO sul vestito? Colui che ci ha permesso di comprarlo, il presidente Aurelio De Laurentiis. GARCIA E MAZZARRI, LA COPPIA CHE SCOPPIA Dopo essere stato abbandonato da Giuntoli e Spalletti, l’ego smisurato del presidente della FIlmauro ha preso il sopravvento sia sulla capacità imprenditoriale che sulla capacità di ragionare di quest’ultimo. La pretesa che tutto gli sia dovuto, che gli debbano riconoscenza lo ha portato a scegliere Rudi Garcia e presentarlo come fosse arrivato Antonio Conte o Guardiola. Risultato? Spogliatoio letteralmente spaccato e squadra totalmente sulle gambe dalla prima di campionato ad oggi. Di Lorenzo, il più androide degli umani, sembra il lontano parente del terzino che da molti degli addetti ai lavori risultava essere tra i migliori nel suo ruolo. Post Fiorentina ha avuto la possibilità di lavare il vestito ma ha continuato fino ad Empoli, quando ormai il nostro bellissimo smoking avrebbe avuto bisogno di essere lavato in lavanderia “Antonio Conte”. La presunzione di essere competente lo porta a scegliere un latro allenatore sul viale del tramonto, Mazzarri, questo per non prendere Igor Tudor, sergente che avrebbe potuto salvare il salvabile. Risultato? settimo posto in classifica e miglior attacco della passata stagione praticamente sterile. Ma non finisce qui. IL MERCATO E LA QUERELLE RINNOVI Conferenza stampa di inizio anno. Il presidente annuncia conferenza stampa per spiegare i suoi errori. Risultato? Non arriva il difensore centrale perché ci sono troppe commissioni per Perez, arrivano Traorè (da riatletizzare) e Dendonker (12 minuti in premier league) a centrocampo e davanti Ngonge come vice Politano. Per quest’ultimo, viene riconosciuto un rinnovo fino al 2027. 31 anni. Letteralmente contro ogni politica societaria. Giuffredi fa miracoli, l’agente di Zielinski no e quindi lo accasa all’Inter. Risultato? Elmas via, Zielinski e Demme messi fuori dalla lista Champions. Con lo scudetto sul petto, rischiamo di non andare nemmeno in Champions ma lamentarsi non è accettato per chi ha vissuto Corbelli e serie C e B. Peccato che in tanti si sono appassionati ai colori azzurri proprio in quel periodo e che ora vorrebbero che il Napoli diventasse davvero vincente. Il vestito a giugno, lo toglieremo con la consapevolezza che sarebbe stato bellissimo poterlo sfoggiare fino alla fine a testa alta. Purtroppo questo non è successo, a causa della presunzione e della megalomania del presidente. Ma a pagare si sa, siamo sempre noi che dalla prossima stagione, chissà per quanti anni, torneremo ad invidiare gli altri sognando che forse, un giorno, torneremo a vestire lo smoking da campioni d’Italia.