De Laurentiis, i centoventi giorni e l’ultimo barlume di democrazia rimasto

Il Presidente Aurelio De Laurentiis ha un grave problema.
Dopo 20 anni di calcio ha dimostrato di saper vincere (poco, tanto, poco male: ha vinto e gli va riconosciuto per tutta la vita) in uno sport del quale non ci ha (ancora) capito nulla.

Non mi riferisco a schemi di gioco, preparazioni atletiche, tecnico/tattiche ecc: questi, in teoria, sono aspetti che spetterebbero ad allenatori e Direttori.
In teoria, sì, però non ditelo a Lui mi raccomando (…).
Mi riferisco allo spirito del calcio.
Non ha (ancora) capito cosa spinge le persone ad innamorarsi di una maglia, un colore sociale, uno stemma.
Non sono i fatturati, gli acquisti “top” oppure le vittorie.
Le persone si innamorano del calcio perché tramite esso portano avanti, per tutta la vita, un sentimento di appartenenza ad un progetto innanzitutto sociale e collettivo, d’appartenenza.
Tifiamo il calcio perché tramite il Calcio possiamo cullare il sogno di competere alla pari con tutti, almeno provarci, almeno nel calcio, almeno nello sport.
Indipendentemente da quei fattori extra calcio che vedrebbero noi tifosi, sulla carta, perdenti nati.
Il calcio, da questo punto di vista, è tra gli ultimi baluardi democratici in piedi.
Tutti possono giocare al calcio, tutti possono scalare le vette.
Tutti ne hanno la possibilità, ed è questa la democrazia: la possibilità.
Se giochi a calcio e se sei più forte (o più fortunato!) allora puoi vincere con tutti.
Almeno provarci, ripeto.
Questo è il motivo che ci spinge a seguire, tifare ed innamorarci del calcio.

Poi ci sono le squadre più ricche e quelle meno, ma è un altro discorso.
E’ proprio il Napoli ad aver ribadito che nel calcio, per fortuna, non vincono per forza sempre i più ricchi.
E che pure le città “dove non funziona nulla tranne..” (hic!!) possono vincere.
Immagina un calcio dall’accesso privilegiato solo alle squadre delle città dai 20.000 abitanti in su, come da lui proposto al Club Napoli Parlamento.

Non sarebbe più calcio.
Non sarebbe più democratico.
Forse più bello? forse.
Forse più competitivo? forse.
E poi? E poi come lo spieghi ad un bambino di un piccolo centro urbano che non può sognare di vedere la sua squadra del cuore in serie A?
E perché 20.000?
Perché loro no ed i 64.558 abitanti di Afragola, sì? cambia così tanto?

Forse si, quasi dimenticavo che Afragola è improvvisamente diventato territorio utile e da valorizzare.

Tra 120 giorni, sia chiaro.

#MEMENAPOLIPRODUCTION

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MemeNapoli (Social Talk Tv) è il collettivo di tifosi del Calcio Napoli ed appassionati di calcio, nato nell’estate del 2022 da un’idea di (in ordine sparso) Matteo Sorrentino, Vittorio La Sala, Matteo Biccari e Vincenzo Salerno che, con l’ingresso in corso d’opera nel “Direttorio del Collettivo” di Enrico Nappi, utilizzando la piattaforma Twitter, oggi X, ha iniziato ad aggregare amici e tifosi del Napoli.…

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