“Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende”, ma soprattutto è la storia di una rissa sfiorata.
Siamo nel 2003: il calcio italiano ha appena vissuto un’estate afosa (la più calda degli ultimi 100 anni), turbolenta, con la serie B che, tra il “papocchio Catania” e lo scandalo fidelussioni che colpì Napoli e Roma, si ritroverà costretta a ripartire con un improbabile format a 24 squadre. Proprio in questo caos totale accadde un episodio molto curioso che riguardò la tv privata locale, un episodio che chi ha dai 30 anni in su ricorderà sicuramente, ovvero lo scontro “quasi” fisico: Del Genio vs Alvino.
Ma andiamo con ordine. Quell’anno i diritti della serie B vennero acquisiti della appena neonata Sky, che si aggiudicò le gare casalinghe di 18 squadre, e da Raisportsat, che invece ottenne l’anticipo del venerdì e il posticipo del lunedì. In questa situazione, “Canale 9-Teleoggi”, emittente in cui lavorava Alvino, sfruttando una sorta di vuoto normativo, trovò l’accordo per trasmettere in chiaro Messina-Napoli, grazie a una trattativa privata proprio con la società di Pietro Franza, una delle quattordici che non avevano trovato l’accordo con il nuovo colosso satellitare.
In campo la partita si concluderà con uno scialbo 1-1 con rete di Marco Zamboni, ma il vero spettacolo però avvenne tra gli spalti. Durante la diretta infatti, TCS, che all’epoca era il principale competitor di Canale 9, decise di trasmettere abusivamente la partita in quanto considerò scorretto il comportamento di Canale 9: a quel punto successe di tutto, Del Genio e Alvino iniziarono ad attaccarsi duramente, sfiorando quasi la rissa con Carlo, che fu poi avvicinato dalle forze dell’ordine che gli chiesero i documenti.
Il tutto si concluderà con Lega, presieduta da Adriano Galliani, che diffiderà Franza e il Messina; le due emittenti andranno in causa; i due giornalisti finiranno per non parlarsi per lungo tempo: sarà poi Carlo a riavvicinarsi a Paolo, quando quest’ultimo subirà un grave gesto vandalico e intimidatorio, l’incendio doloso dell’auto.
Bimbo di Claudio Bellucci, né aureliota e né delafobico ma pensatore libero ed equilibrato #forzanapolisempre #teambucks #parenziano