Oggi vi racconto una storia particolare, una storia diversa dalle precedenti, perché in questo non parliamo esattamente di un eroe degli anni bui ma neppure di un “bidone”, ma semplicemente la storia di un qualcosa che poteva essere e non è stato, la storia di Max Russo. Massimo cresce tra i campi Marianella, classe 81, proprio come Paolo Cannavaro, Raffaele Gragnaniello, Guglielmo Stendardo. Il ragazzo mostra fin dalle giovanili tutto il suo ottimo bagaglio tecnico giocando inizialmente come esterno di centrocampo e grazie alle sue ottime prestazioni riesce a convincere la società azzurra a portarlo in prima squadra, prima con qualche saltuario allenamento con Novellino e poi stabilmente con Zedenek Zeman che lo porterà in ritiro a Brusson concedendogli un ottimo minutaggio nelle amichevoli in Valle d’Aosta. Nel corso della stagione però, anche a causa dell’arrivo sulla panchina azzurra di Emiliano Mondonico che gli preferiva il più difensivo Bocchetti, il ragazzo non entrerà mai in campo e ciò convincerà la società azzurra a mandarlo a “fare l’ossa” prima allo Sporting Benevento e la stagione successiva alla Puteolana. Dopo l’esperienza in terra flegrea il ragazzo viene reintegrato in rosa per la stagione 2002-03 e nelle prime gare ufficiali il giovane Massimo riesce a conquistarsi un discreto spazio con prestazioni che (considerando il livello generale) appaiono abbastanza convincenti, e proprio quando sembra che le cose stiano andando per il verso giusto accadde l’imprevedibile, nel mese di settembre il Napoli dopo un inizio di stagione disastroso ospita tra le mura amiche il Cosenza e nel corso della partita persa dagli azzurri 1-2 Max subisce un’entrata killer da parte di Nicola Pagani, la prognosi è terribile. Rottura di caviglia, tibia e perone. Dopo una lunga e complessa riabilitazione il giocatore riuscirà a giocare spezzoni nella parte finale della stagione che si concluderà con una salvezza sofferta, spezzoni che saranno anche gli ultimi a Napoli per Max, infatti a seguito di una nuova annata passata nuovamente in prestito tra Crotone e Giugliano e il successivo fallimento della società azzurra, la carriera di Russo proseguirà lontano da Napoli tra serie C e dilettanti esclusa una breve parentesi in B con l’Avellino.
Bimbo di Claudio Bellucci, né aureliota e né delafobico ma pensatore libero ed equilibrato #forzanapolisempre #teambucks #parenziano