SBAGLIARE È UMANO, PERSEVERARE É DIABOLICO
In questi 19 anni la gestione oculata e maniacale del bilancio ha fatto le fortune del Presidente De Laurentis, che, nonostante la gestione sostenibile è riuscito a vincere e convincere.
Ora la domanda è: la gestione sciagurata di quest’anno, con gli innumerevoli errori, sarà stata un cigno nero all’interno di un ciclo coerente e programmatico o dovremmo abituarci a questo nuovo trend negativo.
Il credito, sebbene sia stata una stagione ai limite del reale, è stato riscosso.
La piazza non ha mai lasciato soli i ragazzi, rispondendo presente, nonostante nelle ultime uscite, alcuni, non hanno dimostrato uno spettacolare senso di appartenenza alla casacca azzurra.
Ora è il momento di ripartire, la società dimostrerà di aver imparato la lezione o continuerà con gli errori? Questo tempo sarà stato utilizzato in modo proficuo per programmare l’anno venturo?
Quello che ci auspichiamo è che ADL abbia le idee chiare sul futuro: sul nuovo tecnico e sul mercato da farsi.
Dire che la piazza è delusa e l’ambiente è demotivato non significa affermare “O Conte o morte”, al contrario, la programmaticitá e la chiarezza degli intenti – assenti ingiustificati dello scorso anno – saranno sempre apprezzate dai più.
Dire che tutti si aspettino il tecnico Salentino per capriccio, ad oggi, é pura invenzione.
L’ingaggio del comandante leccese come nuovo allenatore del Napoli, significherebbe che, innanzitutto, la società ha capito di aver sbagliato ed è intenzionata a ripartire mettendo sotto contratto quello che, almeno in teoria, è il meglio su piazza (anche per le condizioni che ci vengono riportate), ma soprattutto, che ha fatto il massimo per cercare di riacquisire lo status di Società che appena un anno or sono si è laureata campione d’Italia.
Oggi ci propinano la storia dei problemi sull’ingaggio e sullo staff; che Antonio Conte sarebbe un problema nel caso in cui dovesse fallire, per l’ingaggio e per gli investimenti che richiede: insomma la parte di stampa più vicina al Presidente De Laurentis tenta di instillarci l’idea del tifoso aziendalista.
La domanda, però, sorge spontanea: queste condizioni -“rischiose” a detta di molti – non le si conoscevano un anno fa o De Laurentis le ha scoperte ora? O la narrazione che ci viene propinata è completamente avulsa dalla realtà o, cosa ancor più grave, i fatti sono reali ma la società ha buttato 10 mesi di programmazione per rincorrere le richieste di un tecnico che, a monte, riteneva infattibili.
È il momento di agire, di far capire a tutti noi se si vuol essere una comparsa nel prossimo campionato o, restando in tema cinematografico, si vuol ambire al ruolo di protagonista. Chiederci di essere troppo razionali, é un abominio: definirci illusi ancor peggio. Il tifoso, quello giustamente dotato di un pizzico di irrazionalità, non sarà mai aziendalista; chiedere questo a gente capace di lasciare la propria famiglia ed il lavoro per seguire la squadra del cuore anche a migliaia di chilometri di distanza significa non capire cosa significa il calcio per noi appassionati. Quindi, caro presidente, non “essere restio” come disse il grande De Curtis, alla nostra “illusione” pensiamo noi, Lei ritorni a fare quello che per tanti anni ha fatto benissimo a Napoli!
Ciro Villani, classe 99’; studente di Giurisprudenza. Mi piace il Napoli sin da bambino. Sono un’appassionato del calcio a 360° , ma amo soprattutto il racconto, la cronaca e i sentimenti che genera questo sport in milioni di appassionati. Adoro parlare e scrivere di calcio, cercando di interpretare – traslandolo in testi – il sentimento del tifo napoletano.