Nato a Vallo della Lucania il 29 luglio 1988, Giovanni Manna muove i primi passi nel mondo del calcio nel Forlì FC svolgendo il ruolo di Club Manager.
Al termine della stagione il club si classifica nono, posizione che lo costringe, per salvare la categoria e restare in Lega Pro, a disputare la finale play out con Torres e Porto Tolle.
Nella stagione successiva passa poi al Chiasso, ricoprendo la mansione di Team Manager. La società svizzera si caratterizza per una cospicua presenza italiana: quell’anno infatti troviamo Fabio Galante D.S. e Gianluca Zambrotta, uno degli allenatori susseguitisi nel club. Il club arriverà ottavo in Challenge League, la serie B svizzera.
Al termine della stagione Manna lascia il club per unirsi ai rivali di sempre del Lugano, fresco di promozione, per restarci per i successivi 3 anni. Al primo anno continua a svolgere la mansione di Team Manager. Il club, guidato dal maestro Zdenek Zeman, terminerà nono (su dieci squadre) in Super League. Al secondo anno Manna è Responsabile Tecnico, ed è in questa stagione che riusciamo ad apprezzare maggiormente le sue abilità. A Marzo subentra Tramezzani, voluto da Manna per sua stessa ammissione, e con qualche colpo in prestito da diverse squadre di A come Sadiku, Machin, Ponce, Rosseti, Aguirre e l’arrivo a parametro 0 di Alioski, rivenduto poi al Leeds per 2.5 mln, la squadra terminerà il campionato in terza posizione qualificandosi per l’Europa League.
Durante la stagione 17/18 Manna pesca ancora molto in Italia: arrivano Marzouk, Daprelà e l’immarcescibile Cristian Ledesma. In panchina si avvicendano Tami e Abascal e la stagione si conclude all’ottavo posto.
Nel 18/19 assume la carica di Direttore Sportivo, ancora con un cambio in panchina: Abascal lascia dopo 11 partite (4 vittorie 4 pareggi e 3 sconfitte) e gli subentra Fabio Celestini. Il mercato porta Macek dalla Juve, il portiere Baumann ed il trequartista Fazliu, che non riuscirà a mantenere le aspettative durante la prima stagione ma che si rivelerà prezioso nelle stagioni successive.
Gli svizzeri terminano il campionato al terzo posto, con il brasiliano Carlinhos Junior (preso a zero dal Botafogo e rivenduto poi per 1.8mln in Giappone) protagonista assoluto e capocannoniere della squadra con 13 gol. Così si conclude la sua avventura svizzera.
A Luglio 2019 arriva il grande salto. Manna passa infatti alla Juventus in qualità di Responsabile del Settore Giovanile con l’onere di sostituire Federico Cherubini, passato al ruolo di coordinatore sportivo nell’ambito dell’ambizioso progetto Under 23 dei bianconeri. I primi investimenti sono Barrenechea, protagonista oggi al Frosinone, Ntenda, da Graca, Dragusin, Filippo Ranocchia, tanto per citare qualcuno dei più noti. Con Lamberto Zauli in panchina, arrivato insieme a Manna, i bianconeri arriveranno quarti in classifica.
Nella stagione 20/21, Manna assume la carica di Direttore Sportivo della Juventus Under 23, (oggi Next Gen). Da allora ad oggi i principali colpi sono stati Felix Correia, Marley Akè, Compagnon, Palumbo, De Winter, la valorizzazione di Nicolussi Caviglia e Kastanos (già alla Juve prima di Manna) attori ancora in cerca di collocazione. La cessione di Ahamada, acquistato per 90K dallo Stoccarda, per 4,10 mln. Troviamo poi Iling Junior, Huijsen, Yildiz, Zanimacchia alla Cremonese per 3 mln, Comenencia, Hajdari, Nzouango, Soule, Miretti, Fagioli, Chibozo, fino ad arrivare agli ultimi colpi spagnoli Javier Gil e Bruno Martinez.
Va certamente sottolineato come i meriti di questi interessantissimi colpi, in entrata ed in uscita, siano da condividere con dirigenti del calibro di Federico Cherubini e Filippo Fusco.
Questo però non va visto come un minus ma piuttosto come un plus. Manna ha mostrato forti capacità nel lavorare in team e grandi abilità manageriali.
Capacità che gli hanno permesso di guadagnare la stima di di Massimiliano Allegri, che tanto lo avrebbe voluto come direttore sportivo della prima squadra quest’anno. Sebbene nel Napoli, a meno di nuovi ingressi in dirigenza, si troverà per la prima volta ad operare da solo, questa è una abilità da non sottovalutare soprattutto per la capacità di mantenere buoni i rapporti tra le varie figure all’interno della società. Sappiamo benissimo quanto sia grande il vuoto lasciato dall’addio di Cristiano Giuntoli non solo dal punto di vista del mercato ma anche per la sua capacità di fare filtro tra tesserati e una proprietà che si è mostrata spesso invadente nelle scelte tecniche. L’auspicio è che Manna sappia raccogliere l’eredità di Giuntoli e perché no migliorarne i risultati sia in termini sportivi che economici. Le premesse ci sono tutte, non resta che goderci il lavoro di Manna.
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