Siete bravi in cucina? Personalmente penso che farei esplodere il palazzo solamente provando a cucinare un uovo o a scaldarmi il latte.
Scherzi a parte, essendo comunque una persona non esperta nel settore culinario, quando ho dovuto per necessità cucinare, ho chiesto aiuto.
A chi? A persone più esperte di me, persone che hanno anni di preparazione o ragazzi con passione che studiando approfonditamente risultano innovativi.
Ma sapete perché l’ho fatto? Perché non sono orgoglioso. Non ho paura di chiedere ad altri, non mi vergogno di alzare la mano e dire: “non sono in grado”.
No. Fin da piccolo i miei genitori mi hanno insegnato che nella vita devo avere una qualità: l’umiltà.
Se sei umile, sei avvicinabile, diventi un punto di riferimento anche se non ti senti tale e riesci a spostare le montagne senza accorgetene.
L’umiltà è la qualità che a questo Napoli manca.
UMILTÀ NEL SCEGLIERE
A giugno nessuno poteva credere a quello che stavamo attraversando. Napoli scudettata, colorata d’azzurro proprio come i racconti dei nostri zii, dei nostri nonni.
Lo abbiamo voluto, cercato.
E anche i più scettici hanno tolto il cappello ed applaudito a scena aperta una società che con lungimiranza ha portato un risultato più unico che raro.
Ma il fuggi fuggi generale ha scaturito un terremoto che non smette di scaricare scosse, arrivando fino a casa De Laurentiis.
Il presidentissimo che ribadiamo, sarà SEMPRE il presidente del terzo scudetto del Napoli, non ha avuto l’umiltà di dover prendere decisioni forti.
I no di svariati allenatori lo hanno inorgoglito prendendo una decisione che ad oggi, novembre 2023, risulta essere non negativa, di più.
Ed ora arriviamo al secondo protagonista, Rudi Garcia.
UMILTÀ NEL RICONOSCERE I PROPRI LIMITI
Prima conferenza stampa. Incalzato dai giornalisti, Garcia risponde cosi ad una domanda: “La mia idea di gioco? Attaccare, bisogna fare un goal in più dell’avversario, questo conta”.
Benissimo, giusto. Anzi, lecito che un allenatore nuovo voglia portare le sue idee in campo.
Quali sono queste idee?
Portare uno o due uomini in più nell’area di rigore?
Il calcio di oggi ogni giorno che passa, evolve.
Non siamo più agli inizi degli anni 2000. Quasi non esistono più posizioni.
Il Napoli di Spalletti risultava devastante con Di Lorenzo mezzala e Anguissa terzino perché la tattica non era riflessa in una zona di campo ma in un CONCETTO.
La mancanza di umiltà di Garcia non è l’aver accettato il Napoli.
Napoli è una piazza dove molti vorrebbero arrivare. Ti da tanto e forse ti logora pure. Ma verrai sempre apprezzato se dai tutto.
Forse Garcia in realtà non aveva nulla da portare a questi giocatori in più di quello che Spalletti aveva dato e avrebbe dovuto riconoscerlo. Errore madornale.
UMILTÀ NEL DIRSI ADDIO
Tornando all’esempio iniziale, vi garantisco che ho provato a cucinare un bel piatto di pasta ma non lo avrei dato da mangiare manco al gatto. Quindi ho alzato bandiera bianca, ho chiesto aiuto e mi è stato dato.
Allo stesso modo, ADL e Garcia dovrebbero guardarsi negli occhi e stringersi la mano. Senza proferirsi parola, perché risulterebbero superflue, ringraziarsi a vicenda e separarsi per ricominciare entrambi.
Forse per il tecnico francese siamo troppo noi o addirittura noi siamo troppo poco per la sua idea di calcio.
Giratela come volete, non siamo fatti l’uno per l’altro.
Un peccato? Si perché la realtà è che lo spirito col quale è iniziata questa avventura era una sfida per tutti.
Ma se non siamo in grado di partecipare forse è meglio evitare brutte figure.
L’umiltà ora è l’ingrediente che serve per non depauperare un patrimonio enorme,quello di una squadra campione d’Italia che merita di essere servito come un piatto di punta in una cucina pluri stellata.
Siamo o meglio, siete ancora in tempo.
Noi vi perdoniamo ma assumetevi le vostre responsabilità.
La cucina ed il casino che state combinando, la pulite voi.
Perché, nonostante tutto….