Il medagliere italiano alle Olimpiadi di Parigi grida vendetta.
La scherma, un tempo regno incontrastato dell’Italia, si è rivelata finora la grande delusione dei Giochi.
Un copione che riecheggia quello del Napoli calcistico dello scorso anno.
Come gli azzurri, freschi campioni d’Italia, si sono smarriti tra le difficoltĂ interne, così gli atleti della scherma italiana, reduci da un mondiale trionfale, non hanno mantenuto le promesse.
La pressione di dover confermare i successi passati, unita forse a una leggera sottovalutazione degli avversari, ha paralizzato e depresso gli atleti italiani.
Le sconfitte all’ultima stoccata, una costante in questi primi giorni di gara, sono la fotografia di un’ansia e di una depressione sportiva che stanno attanagliando gli schermidori azzurri.
Speriamo che il torneo a squadre possa risollevare le sorti dell’Italia.
Bisogna reagire immediamente e con maggiore consapevolezza dei propri mezzi, così come hanno fatto fino ad ora i soli Filippo Macchi – l’arbitraggio della sua finale mi ha ricordato Napoli-Inter dello scorso dicembre – e Gigi Samele.
Quest’ultimo, tra gli atleti piĂą esperti ed anziani, ha dimostrato ancora una volta che grazie alla determinazione si può ancora prevalere sull’avversario, la stessa cosa che ci ripete spesso un suo corregionale: Antonio Conte.