L’Atalanta continua a dimostrare che nel calcio non basta essere competitivi sul campo, ma è fondamentale saper gestire tutto ciò che circonda la squadra. L’acquisto di Bellanova è solo l’ultimo esempio della capacità della società bergamasca di muoversi con velocità e visione. Non è più una semplice provinciale: l’Atalanta ha saputo superare questo stereotipo, ottenendo risultati eccezionali sia in Italia che in Europa. Questi successi non sono frutto del caso, ma il risultato di un progetto iniziato rafforzando il settore giovanile e rimodernando lo stadio, arrivando perfino a creare un’altra squadra in Serie C.
Ora, al di là di come si risolveranno le situazioni di Lookman e Koopmeiners, che sicuramente non verranno svenduti, l’Atalanta ha scelto di investire prima e, semmai, vendere dopo, dimostrando una solidità e una programmazione che altre squadre non hanno.
Negli ultimi 20 anni, il Napoli ha mirato ad un altro tipo di progetto: puntare solo sulla qualità della rosa, tralasciando tutto il resto. Un disegno che ha portato a tanti successi, ma allo stesso tempo si è dimostrato rischioso, soprattutto quando non hai costruito delle fondamenta a cui aggrapparsi quando si hanno problemi come quelli di quest’anno.Ora molti potrebbero giustificare la situazione del Napoli attuale dicendo che “non è in Europa e quindi non ha incassi”. Vero, ma il modus operandi del club partenopeo, quello di aspettare l’ultimo giorno di mercato o la cessione di un giocatore per completare la rosa, non è un problema nato oggi: è un’azione che il Napoli si trascina da diverse sessioni di mercato, anche quando partecipava alla Champions League. Fino al 2022, il periodo di Giuntoli, il Napoli era comunque riuscito a sopravvivere, anche bene visto lo Scudetto, riuscendo a vendere i propri giocatori a buone cifre. Ma ora, quando le cessioni sono più difficili grazie al caos generato quando avevi l’opportunità di spendere e hai speso poco e male (Ricordate la scorsa estate?) e i tempi stringono, il club sembra aggrapparsi al miracolo, piuttosto che a una pianificazione.
Questa strategia attendista, oltre alla scelta di non far giocare chi è a libro paga senza grandi spiegazioni nonostante la fase emergenziale, non solo sta minando la competitività della squadra, ma rischia di compromettere parte del futuro del Napoli e del rapporto del club con Antonio Conte, ultima speranza per molti tifosi.