La Top 11 della 5ª giornata di Serie A e la Flop 4

Vediamo insieme quali sono stati i migliori calciatori dell’ultimo turno di campionato, scegliendone solamente uno per squadra e schierandoli con un modulo 4-2-3-1, e i 4 calciatori che, invece, hanno avuto una prestazione negativa.

La Top 11 della 5ª giornata di Serie A e la Flop 4

Portiere: Wladimiro Falcone (Lecce) – L’estremo difensore leccese è stato letteralmente miracoloso grazie ad un paio di interventi davvero incredibili, soprattutto con la parata su Bonny sul finale del match prima della rimonta del Parma. Incolpevole sui due gol che regalano il pareggio agli emiliani, ha fatto la differenza tra i pali anche questa volta.

Terzino destro: Valentino Lazaro (Torino) – Nel Torino che a sorpresa è primo in classifica, non ci sono solo Zapata e Ricci a prendersi la copertina. Il laterale austriaco è uno dei protagonisti della vittoria sul campo del Verona: cross al bacio per la testata dell’1-2 di Zapata ed è eccezionale negli sprint difensivi contro gli avversari sulla sua corsia. È una freccia costante per tutta la partita, al netto di qualche pallone perso di troppo.

Difensore centrale: Amir Rrahmani (Napoli) – Gara sontuosa da parte del centrale kosovaro che annulla totalmente Dusan Vlahovic. Perfetto sia in marcatura che negli anticipi. Attento soprattutto sui palloni piovuti in area di rigore, dove è stato decisivo svariate volte grazie alle sue respinte difensive.

Difensore centrale: Gleison Bremer (Juventus) – Nello 0-0 dell’Allianz Stadium sono le difese a prendersi la scena. Anche il centrale brasiliano della Juventus gioca una gara di grande attenzione in marcatura su Lukaku. L’attaccante del Napoli viene completamente annullato dai suoi anticipi e dalle sue giocate difensive. Eccezionale nei duelli a tutto campo, non lascia praticamente mai tiri facili agli avversari e spegne persino le fiammate di un pimpante Neres nel finale di gara.

Terzino sinistro: Giuseppe Pezzella (Empoli) – Altra grande prestazione sulla corsia di sinistra per l’ex giocatore del Lecce, che si conferma un periodo di forma pazzesca. Ottimo in fase offensiva con le sue discese sulla fascia, come quella da cui nasce il raddoppio empolese, ma bravissimo anche in quella difensiva: sempre presente quando c’è da chiudere e ripiegare.

Centrocampista Centrale: Gianluca Busio (Venezia) – Una prestazione dominante fatta di quantità e di qualità nella doppia fase, coronata dal gol dell’1-0 (arrivato con la complicità di Gollini) che permette al suo Venezia di vincere la sua prima gara in campionato.

Mediano: Antoine Hainaut (Parma) – L’eroe che non ti aspetti. Entrato nel secondo tempo per ridare equilibrio alla squadra dopo l’espulsione di Cancellieri, si fa notare prima con un paio di grandissimi interventi in mezzo al campo e poi con la rete decisiva per il definitivo 2-2 a tempo ormai scaduto.

Trequartista: Nico Paz (Como) – Il Como sbanca il Gewiss Stadium e l’ex stellina delle giovanili del Real Madrid è il protagonista assoluto della gara grazie ad una prestazione frizzante e ricca di iniziativa fatta di dribbling, tocchi vellutati e passaggi illuminanti.  Come in occasione dell’assist per il 3-1 di Fadera. La cosa più importante della sua partita, però, è tiro sbilenco che colpisce Kolasinac ed entra in porta, propiziando così la rete che ribalta il vantaggio iniziale dell’Atalanta.

Attaccante di sinistra: Albert Gudmundsson (Fiorentina) – Esordio da favola per l’ex gioiello del Genoa. Entra nella ripresa e ribalta la partita realizzando con grande freddezza i due calci di rigore assegnati alla Viola. (il primo tra l’altro conquistato proprio dallo stesso Albert). Con lui a pieno servizio è tutta un’altra Fiorentina e i primi tre punti conquistati da Palladino sono merito suo.

Attaccante di destra: Christian Pulisic (Milan) – Altra prova di altissimo livello per il fantasista made in USA, diventato ormai il leader tecnico del Milan di Fonseca. Due percussioni nei primi dieci minuti di gioco, con la seconda che vale la splendida rete che sblocca il derby. Si fa apprezzare anche nella doppia fase oltre che per tante belle intuizioni per i compagni.

Prima punta: Artem Dovbyk (Roma) – Finalmente una prestazione da attaccante di livello, come quelle che lo avevano portato a vincere il titolo di capocannoniere in Liga lo scorso anno. Il bomber ucraino gioca una gara eccezionale: realizza la rete del vantaggio grazie ad un bellissimo diagonale che batte Okoye, lotta su ogni pallone (compreso quello che conquista in occasione del rigore procurato da Dybala) e, per finire, serve l’assist per il definitivo 3-0 di Baldanzi.

Dopo la top 11 della 4ª giornata di serie A, vediamo insieme quali sono state le 4 principali delusioni di questo turno di campionato. I 4 Flop della 4° giornata
Dopo la top 11 della 5ª giornata di serie A, vediamo insieme quali sono state le 4 principali delusioni di questo turno di campionato.

I 4 Flop della 5° giornata

P: Federico Ravaglia (Bologna) – Con Skorupski a riposo dopo le fatiche di coppa, Vincenzo Italiano sceglie l’ex portiere della Reggina come titolare tra i pali. Ma col goffo intervento sul tiro di Maldini che propizia la rete del momentaneo pareggio di Djuric, macchia una partita fino ad allora sufficiente. Per sua fortuna la “papera” viene cancellata dalla rete da tre punti di Castro sul finale di gara.

D: Odilon Kossounou (Atalanta) – Dopo un inizio promettente alla sua prima gara in Serie A, nella ripresa si spegne come tutta l’Atalanta. Non riesce mai a trovare la posizione e il tempo per gli interventi ed è in costante ritardo sugli avversari, specialmente su Cutrone. Troppo leggero in marcatura, si fa superare con troppa facilità e ha colpe sia sul primo che sul secondo goal del Como.

C: Antoine Makoumbou (Cagliari) – Schierato a sorpresa da titolare da Nicola, la sua gara, giocata ad un ritmo troppo blando, dura solamente 45 minuti. Giusto il tempo di commettere l’errore fatale sul goal dell’1-0 dell’Empoli, dimenticandosi di salire col resto dei compagni per mettere in fuorigioco Colombo.

A: Marcus Thuram (Inter) – Troppo anonimo, specialmente nella prima mezz’ora dove gioca col freno a mano tirato faticando a mettersi in mostra. L’unico suo lampo arriva sul finale di primo tempo e costringe Maignan ad un super intervento. Nella ripresa, però, non viene quasi mai servito e sparisce definitivamente dal match.

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