Il modulo, nel calcio è la disposizione in campo dei giocatori che viene decisa da un allenatore.
Il modulo da sempre è oggetto di studio, di novità, di interpretazione.
Un’interpretazione che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale.
Allenatori come Guardiola e Klopp hanno rivoluzionato il modo di fare calcio, entrambi con il 4-3-3 ma diversi tra loro nel modo di sviluppare il gioco.
In Italia Giampiero Gasperini ha cambiato l’idea di gioco andando a formare una squadra capace con qualsiasi tipo di giocatore di muoversi a tutto campo e uomo su uomo.
I moduli quindi non sono più qualcosa di statico e di facile interpretazione.
Il 4-3-3 piuttosto che il 5-4-1 di un allenatore non è uguale a quello di un altro.
Il modo di schierare una difesa a 3 o a 4 che sia, può variare da allenatore ad allenatore e soprattutto varia nei diversi momenti di una partita.
Le interpretazioni del 4-3-3 nel corso degli ultimi anni del Napoli
Il Napoli da questo punto di vista ha visto nel corso degli anni susseguirsi una serie di interpretazioni del 4-3-3.
La svolta si è avuta con Maurizio Sarri, che dopo il 4-2-3-1 di Benitez con Hamsik trequartista, si presentò ai napoletani con il 4-3-1-2.
L’allenatore toscano dopo un inizio negativo modificò la sua scelta iniziale optando per il 4-3-3, modulo che tolse al tecnico nato a Napoli tantissime soddisfazioni.
Dopo Maurizio Sarri e i suoi 91 punti, è stato il turno di Carlo Ancelotti che dopo una partenza basata sul classico 4-3-3 passò ad uno scellerato 4-4-2 con insigne prima punta e Callejon, a volte, utilizzato come terzino.
L’allenatore di Reggiolo fu esonerato a dicembre del 2019, prima del covid, ed il suo successore fu l’uomo del “veleno”, Gennaro Gattuso.
L’allenatore ex Milan tornò al classico 4-3-3 e riuscì a portare una Coppa Italia nella storia del club azzurro.
Dopo un anno di transizione e la clamorosa partita in casa con il Verona che spalancò le porte della Champions League alla Juventus, il 29 maggio del 2021 venne annunciato Luciano Spalletti che tornato al 4-3-3, si è guadagnato un posto nella storia con la vittoria dello scudetto nel 2023.
È stato poi il turno di Rudi Garcia, sul quale stenderei, con il vostro permesso, un velo pietoso che allungherei anche sulle gestioni di Walter Mazzarri e Francesco Calzona.
Le interpretazioni del modulo del Napoli di Antonio Conte
Attualmente Antonio Conte, ha per la prima volta dopo 10 anni di difesa a 4, proposto per le prime uscite del Napoli in coppa Italia e in campionato, la difesa a 3.
Il tecnico leccese si è reso subito protagonista con una frase in conferenza stampa:
“4-3-3, 4-3-3, decimo posto”, frase probabilmente dettata dal mancato mercato di quel momento.
Dopo 4 partite di campionato ed 1 di coppa Italia in cui il Napoli si è presentato con il 3-4-2-1, per la prima volta a Torino è stata proposta la difesa a 4.
Le ore precedenti al big match dello stadium avevano suscitato la curiosità di noi tifosi e degli addetti ai lavori; una curiosità sul modulo del Napoli che mancava da tantissimi anni.
La scelta della difesa a 4 è stata fatta per premiare la presenza in campo di Scott Mctominay, un giocatore che non può stare fuori dal rettangolo di gioco.
La bravura e la grandezza di Conte è tutta qua; l’allenatore del Napoli si adatta ai giocatori, tant’è che in conferenza ha sottolineato come il 3-5-2, modulo storico di Conte con cui ha vinto da ogni parte, ammazzerebbe troppi calciatori.
Conte, qualora avessimo qualche dubbio, fa parte di quella cerchia di allenatori capaci finalmente di adattarsi alle qualità dei propri calciatori e di esaltarne le caratteristiche senza impuntarsi troppo su una sola idea di fare calcio.
Da oggi in poi e per tutta la stagione il Napoli varierà il suo modo di giocare presentando a seconda delle partite il modulo e i calciatori più adatti, perché alla fine conta l’interpretazione, poiché una squadra può iniziare a 3, e finire a 4 cosi come a 5.