Napoli-Como 3-1, oltre a certificare un importante innalzamento dell’ansia collettiva da primato, non è stata, a parere mio, una partita di calcio ma bensì la perfetta “rappresentazione plastica” di un’idea: quella del calcio che ha in mente Antonio Conte.
Un’idea che in pochi condividono, a partire dal sottoscritto, ma che sino a questo momento si sta rivelando – così come nell’arco dell’intera carriera del tecnico leccese – maledettamente pragmatica.
In Napoli-Como 3-1 i tifosi presenti alla stadio e quelli da casa, non hanno visto un bel Napoli.
Anzi, hanno visto un Napoli andare in vantaggio dopo pochissimi secondi dal calcio d’inizio con un’azione rugbistica più che calcistica, che è stato poi letteralmente chiuso nella propria metà campo da un Como versione M.City, splendidamente allenato da quel genio di Cesc Fàbregas.
Che però ha perso, 3-1.
Napoli-Como 3-1: palla addosso a Lukaku e vinciamo noi.
L’idea di Conte, dicevo.
Non si basa solo sul concepimento delle due fasi di gioco, ma altresì sugli interpreti che “devono saper fare quella cosa lì”, altrimenti “non vanno bene” ed è per questo che il tecnico di Lecce si è battuto come un leone per farsi acquistare, ad esempio, quel Romelu Lukaku che, sebbene atleticamente più rovinato del sottoscritto, ha già messo a referto la bellezza di 3 gol e 5 assist in 363′ giocati.
Per il tecnico del mese della Lega Serie A si può far gol ed attaccare in tanti modi, ma se un laterale (terzino o esterno che sia) entra dentro il campo e butta la palla addosso alla montagna di Anversa, che la difende per poi girarsi ed imbucare per l’inserimento letale di qualcuno, è meglio.
Vedi il vantaggio firmato McTominay; poco male se dopo ci si arrocca tutti dietro, concedendo palleggio e manovra agli avversari, facendo magari mugugnare il pubblico, beccando alla lunga pure il gol del pari sul finale di primo tempo, dopo essere stati salvati dal palo di Paz a valle di 45 minuti di sofferenza.
Poco male, perché del primo tempo di Napoli-Como 3-1 tra qualche mese non si ricorderà più nessuno, così come nessuno oggi ricorda la sofferta e sporca vittoria casalinga con lo Spezia nell’anno del tricolore Spallettiano: tant’è che in giro c’è chi dice che quello scudetto miracoloso sia stato vinto dominando 38 partite su 38, quando invece “il dominio” si sarà visto in 10-12, non di più.
Ci piace? no.
Però Conte e quell’allenatore che ti fa scendere in campo nella ripresa come non fosse accaduto nulla e alla feroce ricerca di un episodio “sporco” che la raddrizzi a tuo favore.
Infatti, pronti via, alla prima 2° pressione alta azzeccata fin quel momento, il Napoli ruba palla a pochi passi dall’area di rigore del Como, la ributta addosso a Lukaku che la protegge per l’accorrente Olivera che si fa stendere in area.
Rigore, tiro centrale, neanche chissà quanto potente, gol.
Minuto 85:45: niente palleggio e cose complicate, basta Lobotka (lo devi sempre avere uno come il PROFESSOR STANISLAV) che alle spalle della linea di centrocampo la verticalizza “butta addosso” per Lukaku che, nonostante avesse la bombola attaccata da almeno mezz’ora, la (ri)protegge spalle la porta e la (ri)imbuca con un piede delicatissimo per quell’ira di Dio di Neres che quanto entra in campo sa essere solo una sentenza.
È il calcio contiano, bellezza.
Ci piace? non credo.
Possiamo giocare sempre con questo approccio? non credo.
Lecito è aspettarsi qualcosa in più? direi di si.
Individualità migliori del Como, soprattutto nel primo tempo, ci avrebbero spezzato in due? forse.
E se McTominay non avesse tolto un gol fatto dal piede di Paz? chissà.
Dovremmo tornare a 3 dietro oppure va bene la metamorfosi 4-2, 4-4 o 4 e qualcosa in essere? beato chi lo sa.
Una cosa sola è certa.
Il Napoli di Antonio Conte ha vinto 6 delle 8 partite ufficiali disputate, si è preso un ottimo punto in casa della Juve senza subire un tiro in porta, ha perso a Verona senza calciatori in panchina e dopo 7 gare di campionato è solo in testa alla classifica.
Immagina vincere il 4° scudetto – OH SAN GENNARO MIO BELLO COSA HO SCRITTO?!?!?!?! – e ritrovarsi ubriaco con gli amici a piazza Municipio con una bandiera nella mano destra, un fumogeno azzurro in quella sinistra, a disquisire della bruttura vista in Napoli-Como 3-1 del 4 ottobre 2024.
C’è tempo per migliorare su tutti gli aspetti del gioco, ma nel frattempo meglio portare punti a casa che lasciarli in giro.
E’ il calcio contiano, bellezza.
E che bellezza il 1926 primo in classifica dopo un’anno di umiliazioni.
Co-founder @memenapoli , Docente e Consulente Marketing e Comunicazione ma soprattutto Forza Napoli Sempre a voi e famiglia!