Napoli è distorta dai social e il turismo non porta la Champions

Vivo in una “vistosa decadenza” come mi è capitato di leggere stamane sul The New York Times e non lo sapevo, colpa mia.

Novembre 2024, Ercolano: “è così che si vive a Napoli”

Siamo a circa 12 km di distanza dalla città di Napoli.

Nell’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio perdono la vita le giovanissime gemelle Sara e Aurora Esposito (26 anni) e il 18enne Samuel Tafciu.
Il sindaco di Ercolano, come riportato da Open.online, affermò che in gennaio ai vigili inviati per un’ispezione “non aprì nessuno, tanto che fummo costretti a chiedere in Procura un decreto di ispezione che non è mai arrivato”.
Un evento devastante difficile da accettare e da spiegare, che ai tempi – comprensibilmente – venne drammaticamente sintetizzato dallo zio delle gemelle Esposito con un laconico “è così che si vive a Napoli“.

Da Ercolano al turismo napoletano, è un attimo.

Dal dramma di Ercolano al turismo napoletano, incapace di arginare la “vistosa decadenza” della città, finendo quindi per aggravarla, è stato un attimo.
Non sembra infatti averne dubbi la giornalista del Times Emma Bubola che “attacca” il suo recente articolo dal titolo “L’altra Napoli, quella che non si vede su Instagram”. partendo proprio dall’evento di Ercolano.

E non si capisce il perché.

L’articolo inizia infatti così: “Mentre i turisti seguivano l’odore della pizza fritta, raffigurati sui murales bianchi e blu di Diego Maradona sulle strade fiancheggiate da panni stesi, e si meravigliavano della bellezza decadente di Napoli,  un ragazzo di 18 anni e due sorelle gemelle di 26 anni sono rimasti uccisi nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio improvvisata in cui lavoravano.(Gift Link di consultazione della fonte).

Prosegue spiegandoci che la città è diventata una “star di Instagram” dall’inizio della pandemia (come se prima non la conoscesse nessuno) grazie ai post della Ratajkowski in maglietta 1926 e dei “napoletani anziani con abbronzature coriacee”, ma che – attenzione! – nonostante il boom turistico che sta attraversando la disoccupazione giovanile regionale è al 43%, la violenza giovanile dilaga e la camorra è viva e vegeta.

La correlazione tra il turismo ed i capi clan che hanno iniziato ad armare i giovani rendendoli le nuove avanguardie del “Sistema”, come Saviano denuncia da circa 10 anni nell’opera “La Paranza dei Bambini”. , resta un mistero.

(uscita 7-8 anni prima del famoso “overtourism” che starebbe distruggendo Napoli e le sue future generazioni).

Lo dicono gli esperti e Ciro Pellegrino

Napoli è anche arrivata a incarnare uno dei paradossi più dolorosi del paese: così attraente per gli stranieri, così scoraggiante per i suoi giovani“, inoltre “il turismo non sta portando un aumento sostanziale di lavori con salari più alti“, come se non bastasse “il ministro dell’Interno italiano ha recentemente annunciato un’operazione speciale per disarmare la città“.

Insomma, un dramma apocalittico del tutto o quasi riconducibile al turismo ridotto a mero e dannoso fenomeno social, come sostenuto dal parere degli “esperti che studiano la regione” che, nel corso dell’articolo, restano figure misteriose ed estratte, tipo il vice terzino sinistro per molti anni nella rosa del Napoli.

Ad eccezione di una, il giornalista Ciro Pellegrino, il quale, dando ragione alla collega del Times, ha rispettabilmente detto che “Instagram e TikTok sono essenziali per il fascino di Napoli, perché consentono di non far emergere i suoi difetti, se si restringe il campo visivo e si mostrano solo parti della città, ci sono parti di Napoli che sono estremamente Instagrammabili“.

Avete capito? come se Roma Capitale o New York per il promozionale social mettessero le stories dei cinghiali tra Spinaceto e Mostacciano, oppure delle colonie di ratti che sbucano nel centro di Manhattan.

Morale

La personale sensazione è che presto o tardi qualcuno si sveglierà e al malcapitato turismo rimprovererà anche la mancata vittoria della Champions League da parte del Napoli.

Battute a parte, un fatto mi pare abbastanza certo.

Napoli ha moltissimi problemi, tra i quali figura anche la superficialità con la quale determinati suoi fenomeni vengono analizzati e mediatizzati.
E no: il turismo non risolverà neanche questo.

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MemeNapoli (Social Talk Tv) è il collettivo di tifosi del Calcio Napoli ed appassionati di calcio, nato nell’estate del 2022 da un’idea di (in ordine sparso) Matteo Sorrentino, Vittorio La Sala, Matteo Biccari e Vincenzo Salerno che, con l’ingresso in corso d’opera nel “Direttorio del Collettivo” di Enrico Nappi, utilizzando la piattaforma Twitter, oggi X, ha iniziato ad aggregare amici e tifosi del Napoli.…

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