Dovevamo tornarci su questo pianeta terra a differenza del Maggiore Tom.
Purtroppo la partita tranne nel primo quarto è stata a senso unico e senza via d’uscita.
Trieste si sapeva che era una squadra forte e in un momento di forma ottimale, a primo impatto non ci si capacita di come si faccia a prendere un’imbarcata del genere, ma se riguardiamo la partita un paio di volte si capiscono i motivi di questo stop improvviso.
Anzitutto i partenopei hanno messo l’ennesimo mattone al muro, perché mettere un 4/28 da oltre l’arco è sintomo di una serata sfortunata e sintomo di giocate forzate.
Poi la palla non è circolata quasi mai, loro hanno difeso ad uomo in maniera asfissiante e la nostra circolazione palla si è bloccata; invece per i triestini sembrava esserci una vasca da bagno al posto del canestro (nota personale: ok che la partita è entrata subito in garbage time, però che Valentine provi dei tiri da 10 metri e faccia lo sbruffone non l’ho digerito assai).
Comunque in generale i friulani vanno al doppio del nostro ritmo e meritano ampiamente la loro posizione di classifica.
C’è rammarico, perché se facevi l’impresa probabilmente potevi già chiudere il discorso salvezza, visto i risultati delle altre contendenti dei bassifondi.
Ma perdere con questa Trieste ci sta, il problema, ribadisco, è come ci perdi, perché giocarsela per solamente un quarto (per quanto l’avversario possa essere più forte) non è concepibile, condite tutto questo con una buona dose di sfortuna e la frittata è fatta.
Sabato c’è LA PARTITA, chi vince probabilmente mantiene la categoria in anticipo, ma noi siamo sempre gente che spera, cercando qualcosa di più (non si sa mai).
“Piedi per Terra” | L’editoriale a cura di Marcello Kitaro, anche su Instagram

Sono Marcello Florio, detto Kitaro.
Nato a Napoli e residente a Fuorigrotta, il centro nevralgico dello sport in città, forse è proprio questa mia locazione a farmi vivere lo sport come una ragione di vita e spero un giorno di raccontarla tramite i miei pensieri e le mie parole ai grandi scenari.
Così come spero arrivi sempre più la passione per la pallacanestro, perché credo sia veramente lo sport più imprevedibile mai inventato e forse è questo che porta avanti la breccia, nel bene e nel male.