Il nemico in casa: la strana storia di Romelu Lukaku

30 MILIONI SONO TROPPI.
È vecchio, che ce ne dobbiamo fare?
Il pachiderma.
Non si regge in piedi.
Acquisto inutile, ci tenevamo Cheddira.
‘sto comodino non serve a niente.

Il tifoso napoletano si sa, ama trovarsi i nemici in casa anche quando non ce n’è bisogno. L’assenza di un’accesa rivalità sportiva con un’altra compagine campana, e quindi di quello che è comunemente conosciuto come derby, unita all’atavica ricerca del nemico che da sempre attanaglia l’animo umano, ha probabilmente generato nei cuori azzurri la voglia di scegliersi il proprio personalissimo antagonista, sia esso nella rosa o all’interno della società; qualcuno da prendere di mira, lasciando perdere qualsiasi tipo di equilibrio, addosso a cui gettare la croce per una partita finita senza (o in alcuni casi anche con) i 3 punti in più in classifica.

Quest’anno, oltre al “solito” De Laurentiis ed al neo allenatore azzurro Antonio Conte, il nemico per un gran numero di tifosi partenopei è stato individuato, fin dal giorno del suo (tardivo) arrivo, nel nuovo numero 11 azzurro: Romelu Lukaku.

Tanti sono stati i commenti negativi che hanno accompagnato il centravanti belga sin dal suo sbarco – metaforico, s’intende – a Capodichino, alcuni dei quali sono stati riassunti in maniera esemplare all’inizio di questo articolo; critiche che nascono dalla parziale incognita rappresentata dall’aver preso questa scelta per sostituire Osimhen, e non gli esotici e sicuramente più forti Gyokeres e Sesko, direte voi, e invece no.

31 giornate di campionato di critiche, critiche, critiche per Romelu Lukaku

Critiche, critiche, e ancora critiche, per 31 lunghissime giornate di campionato, giustificate da non si sa quale tipo di meccanismo mentale.
Perché Romelu si è presentato alla grande, con un gol fondamentale contro il Parma pochi minuti dopo aver toccato per la prima volta l’erba del Maradona, ma non è bastato.
Così come non sono bastati gli assist, i gol decisivi contro Juventus, Roma e Atalanta, le 400 reti in carriera, nulla; Romelu resta e resterà fino alla fine del campionato il vero nemico di gran parte dei tifosi azzurri, pronti a mugugnare al primo anticipo del difensore avversario o al primo controllo sbagliato. Neanche la partita magistrale di Lunedì contro l’Empoli è bastata, in quanto “con l’Empoli sono bravo anche io”. Beh, vi sorprenderà sapere che l’Inter ha vinto solo i due scontri diretti contro l’Atalanta, perdendo e pareggiando tutti gli altri, eppure ci è sopra di tre punti…

Eppure basterebbe guardare un po’ più attentamente le partite per capire che l’abito tattico cucito da Antonio Conte per la sua creatura qualitativamente carente è gioco forza dipendente dal mancino del centravanti azzurro, sempre più cervello dell’intero attacco partenopeo. Gli azzurri infatti, che hanno visto il tasso tecnico della squadra – per la verità già non eccelso – calare ancor di più dopo la partenza del 77, non possono fare a meno della possanza fisica e tecnica del numero 11, che sopperisce ad una non pressante presenza in area di rigore con movimenti in grado di attrarre la difesa avversaria e di aprire spazi enormi che vengono poi occupati a turno dai terzini e dalle mezze ali. D’altronde non è un caso che Zambo Anguissa stia vivendo la sua stagione più prolifica, così come non è un caso che spesso a concludere le azioni – e l’ultima partita ne è un esempio – ci sia Olivera. Sotto questo punto di vista, due ali più prolifiche di quelle attuali avrebbero sicuramente innalzato ancor di più il numero di gol fatti dalla compagine partenopea, che soffre proprio l’assenza di due esterni in grado di inserirsi a dovere per trasformare le sponde di Romelu in reti segnate.

L’importanza del colosso belga tuttavia non è rappresentata solo dal gran lavoro di rifinitura, ma anche dalle contribuzioni al gol. Lukaku infatti, è il secondo in Serie A per G/A, nonché unico centravanti ad aver raggiunto la cosiddetta “doppia doppia”, composta da ben 12 reti e 10 assist. Il tanto esaltato Lautaro Martinez, che il sottoscritto reputa essere comunque un grandissimo giocatore, ha raccolto le stesse reti ma ben 8 assist in meno. Qualcuno addurrà a sostegno della sua ormai insostenibile critica il fatto che Romelu tiri i rigori; vero, ma i rigori vanno segnati.

Dovrebbe dunque essere palese a tutti l’importanza ricoperta dal numero 11 – che per carità, non è un giocatore perfetto – all’interno della compagine partenopea, eppure così non è. Sarà perché molti hanno ancora negli occhi le reti spaccate da Osimhen durante l’anno dello scudetto, sarà perché Lukaku a differenza di Victor non ruba l’occhio, o sarà perché il tifoso napoletano, come già anticipato, sente l’insensato bisogno di crearsi un nemico quando un nemico non c’è; fatto sta che qualora il Napoli dovesse chiudere il campionato con il tricolore, gran parte del merito sarà delpachiderma fuori forma che vale Cheddira”.

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MemeNapoli (Social Talk Tv) è il collettivo di tifosi del Calcio Napoli ed appassionati di calcio, nato nell’estate del 2022 da un’idea di (in ordine sparso) Matteo Sorrentino, Vittorio La Sala, Matteo Biccari e Vincenzo Salerno che, con l’ingresso in corso d’opera nel “Direttorio del Collettivo” di Enrico Nappi, utilizzando la piattaforma Twitter, oggi X, ha iniziato ad aggregare amici e tifosi del Napoli.…

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