Siamo sempre in questa dimensione di rammarico e rimugini vari, perché l’impresa e la chiusura della pratica a Reggio Emilia è stata più vicina che mai, purtroppo si sono pagati gli errori individuali, quelli tattici (soprattutto alla fine), ma più che altro quelli attitudinali dove i nostri si sono fatti prendere dal nervosismo e forse dalla paura di vincere, come tante altre volte è capitato durante questa stagione.
Partiamo dal presupposto che i reggiani fisicamente sono il doppio dei nostri, quindi perdonatemi se non ho capito la scelta di coach Valli in alcune fasi della partita di giocare Smallball e di conseguenza vedere Faye e Faried marcati da giocatori non in grado di affrontare questo mismatch (qua lo dico, è mancato Egbunu tantissimo).
Seconda cosa che non ho capito, Zubčić non era in partita e si era capito da subito, visto che servivano anche energie mentali fresche perché non mettere Treier più in pianta stabile che a livello difensivo magari ti avrebbe dato di più?
La nota di merito è un sontuoso Toté che ha fatto il career-high di punti in carriera e ha retto da solo un reparto d’attacco dove Pullen e Green sono stati difesi molto bene.
Andando a fine partita, purtroppo, gli schemi disegnati male dal coach non hanno permesso di portare la partita a dei meritati tempi supplementari, che però ripeto per le scelte tattiche fatte in precedenza non so quanto avremmo retto.
Rischio di essere ripetitivo, ma dobbiamo ringraziare che le altre squadre sotto di noi stanno continuando a perdere e con una Reggio dove te la sei giocata punto a punto e avendo il match point nelle tue mani bastava fare degli accorgimenti in più per mettere una pietra tombale su questa angosciante stagione.
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Sono Marcello Florio, detto Kitaro.
Nato a Napoli e residente a Fuorigrotta, il centro nevralgico dello sport in città, forse è proprio questa mia locazione a farmi vivere lo sport come una ragione di vita e spero un giorno di raccontarla tramite i miei pensieri e le mie parole ai grandi scenari.
Così come spero arrivi sempre più la passione per la pallacanestro, perché credo sia veramente lo sport più imprevedibile mai inventato e forse è questo che porta avanti la breccia, nel bene e nel male.